Expertise
Perizia con attribuzione del Coefficiente di valutazione, comprensiva di cenno critico, in relazione alle opere ed al percorso artistico, dell’artista: Grazia Barbieri
il sottoscritto Franco Bulfarini, in qualità di critico professionista, visto l’incarico ricevuto privatamente dall’artista Grazia Barbieri, nata a Bologna il 27 Agosto del 1959, con studio e residenza in via dell’Esperanto, 30 – 40033 Casalecchio di Reno (BO) – Tel. 3388664355 – mail: barbi59@fastwebnet.it – graziabarbieri59@gmail.com, sito: www.graziabarbieri.it, verificate le opere pervenute dall’artista alla mia attenzione e visibili anche nel sito dell’artista, che comprende note biografiche e curriculari, sentita l’artista per dettagli utili a meglio comprenderne l’operato, è pervenuto all’attribuzione dei seguenti coefficienti:
- Copie d’autore realizzate ad acrilico su pannello di MDF: 0,70
- Nature morte realizzate ad acrilico o eventualmente ad olio o tecniche miste su pannello di MDF o altri supporti: 1,00
- Nature morte realizzate con tecnica a tempere lavabili supporti vari: 0,9
- Ritratti realizzati ad acrilico, ad olio, tecniche miste, su tela di cotone, stampata ed incollata su pannello di MDF o realizzati su altri supporti non cartacei: 1,3
- Disegni, bozze e grafica d’autore, tutte le tecniche, salvo valutazioni specifiche: 0,4
Per pervenire alla valutazione ho verificato i seguenti elementi:
Dialogo con l’artista, visione delle opere esposte in internet, portali vari; titoli di studio afferenti all’arte e altri titoli, curriculum, biografia, approfondimento con l’artista sul percorso intrapreso, comprendendo obiettivi aspettative, presenza o assenza di vendite, partecipazione ad aste pubbliche e prezzi del venduto, presenza di acquisizioni da parte di musei o gallerie, opere presenti in permanenza in gallerie pubbliche o private, premi ricevuti, partecipazioni a mostre, eventi, numero e rilevanza delle mostre personali dell’artista, giudizio della critica prevalente, recensioni ottenute da critici di fama nazionale, articoli giornalistici, inserimento in cataloghi di portata nazionale, articoli su riviste locali o di tiratura nazionale, partecipazione a fiere d’arte e di settore, opere vendute all’estero, opere in permanenza in gallerie estere, monumenti o altre opere significative eseguite in luoghi privati o pubblici, dipinti pubblicati su copertine al fine di illustrare libri romanzi, riviste, cataloghi ecc., opere realizzate per allestimenti teatrali, in occasione di spettacoli o simili eventi, presenza di siti internet personali, Inserimento o meno delle opere nei principali social.
Lettura del percorso artistico e recensione.
Grazia Barbieri dopo aver frequentato l’Istituto Statale d’Arte e conseguito il diploma di maestra d’Arte in pittura a Bologna, è assurta a cultrice di una tecnica pittorica impeccabile, costruita nel solco della tradizione “accademica”, dimostrando oltre che una propensione, una vera predisposizione per l’arte mimetica, comunemente definita “figurativa”. Grazia spazia con disinvoltura fra nature morte, ritratti anche di figura, oltre che ad essere abile copista d’autore. Il linguaggio tecnico è smaliziato ed in grado di supportare una
In tutti i casi la pittura è declinata sui supporti in modo incantevole, con una visione lenticolare attenta al particolare ma senza perdere di vista l’insieme della composizione, equilibrata, sorretta da colori decisi e ben contestualizzati al soggetto. Nelle nature morte spicca la forza del Trombe l’Oeil, ed emerge l’esperienza di approfondimento pratico-teorico fatta “sul campo”, grazie ai preziosi insegnamenti di una maestra d’eccezione come Irma Fiorentini, che viste le attitudini di Grazia Barbieri trovo abbia avuto gioco facile nel far compiere a quest’ultima un salto di qualità decisamente professionale artistico.Tuttavia occorre dire che Barbara non si è limitata a fare della sua pittura un mestiere, occupandosi in esclusiva di decorazione o di ritrattistica, in particolare le sue figure femminili dimostrano anche altro: un tocco molto personale, condotto con energia ad indagare la psicologia dei personaggi, spesso riconducibili al mito, o come emergenti da una proiezione della mente, fermati all’atto di un’azione compiuta o da compiere, indagati nella loro psicologia, e quindi fissati e resi vivi attraverso la pittura.
Vi si legge un’indagine a livello di simboli spesso da dipanare opera per opera. La dama, la donna nel mito, una donna totalizzante in grado di spendersi in mille ruoli e di primeggiare, farsi notare, farsi desiderare, acquisire un ruolo sociale primario, la donna dai mille volti di un femminile che appare al centro di ogni rappresentazione. Emergente la dinamicità delle forme, la precisione degli incarnati, labilità di tratto. Sono figure dalla forte carica sensuale, come nell’opera in “Chill Oloferne” ove una moderna “Giuditta”, forse uscita da un film di James Bond, mitico agente 007, si pone come assassina del condottiero dell’esercito assiro Oloferne, questa volta senza coltello, solo premendo il grilletto di una pistola, questa fumante, ad indicarci il fatto avvenuto quasi fosse un destino scontato e dovuto di cui non potersi pentire mai, ma farsi vanto come a far prevalere il maschile nell’azione. In altra opera “Eva”, è la prima donna, attualizzata, non certo sottomessa all’Adamo di turno. Poi vi è la donna che ci mette di fronte alle nostre responsabilità, è “Cerere”, dea della nascita, a determinare quello che l’artista nell’opera denuncia come bisogno di rinascita, in senso ambientalista, per salvare l’umanità, ove la clessidra segna il tempo che rimane per poterci ancora salvare dal disastro del nostro sconsiderato ed autodistruttivo sfruttamento del pianeta Terra. Sarà questa nuova donna quella salvifica a prevalere? Siamo in vista di un’arte che propone un percorso di osmosi con la classicità, che per paragone al passato richiama Artemisia Gentileschi, e di sicuro emerge la volontà di fare pittura per rinnovarla nello stile, attribuendole un nuovo ruolo e valore legato all’oggi ed in questo ricorda la pittrice Tamara Lempicka e le sue donne fatali. Vi è in questi dipinti una progettualità volta alla riflessione costruttiva del bello in se, come valore, ma anche un diverso e più profondo pronunciamento volto al buono che l’arte può emanare ed esprimere.
Redatto il 31 Agosto 2019
in fede Franco Bulfarini

